Maturità scientifica, laurea in Architettura, abilitazione alla professione: sono tappe essenziali, ma non esaustive di un percorso cominciato tanti anni fa e che mi ha portato a svolgere la professione che desideravo svolgere fin da bambino.
Avere il controllo dei processi, gli strumenti culturali e tecnici per rendere concreta la realizzazione di ipotesi immaginifiche, di progetti architettonici utili alla società, ha rappresentato la sfida che mi sono dato nell’affrontare gli studi universitari con l’attenzione la cura e la curiosità di chi non è interessato ai risultati docimologici, ma a quelli culturali, a porre un mattone sull’altro faticosamente, avendo come legante solo la volontà di raggiungere gli obbiettivi prefissati.
Ma le attività di studio non sono state esaustive di una crescita umana e formativa tout court, in quanto molteplici interessi, nel contempo sono prepotentemente venuti alla ribalta. Tra questi, innanzi tutto l’impegno per il Teatro che mi ha visto compartecipe di un gruppo di giovani associati al fine di promuovere le iniziative teatrali.
Abbiamo studiato testi e messe in scena di opere di grandi autori quali: Beckett, Ionesco, E. De Filippo, fino alle ricerche più spinte nel mondo del terzo teatro e del teatro di strada, fino alla ricerca rivolta alle tradizioni popolari del nostro territorio, nelle forme soprattutto di canti e filastrocche legati alle antiche feste popolari. Attività svolte come studio, ricerca, confronto con gli altri, partecipazione ai laboratori, ma sempre dietro le quinte.
Esperienze che ritengo importantissime per la mia formazione complessiva in quanto l’arricchimento personale, proprio durante gli studi, ha certamente contribuito a determinare una maggiore consapevolezza e concretezza nella finalizzazione degli studi medesimi.
Questa apertura al mondo culturale ampio ha fatto si che potessi evitare la ricerca di un immediato utilitarismo, come succede sovente a chi studia Architettura, nel ritrovarmi a fare il disegnatore, sottopagato o non pagato, in uno studio di ingegneria, convinto di fare un’esperienza utile per la professione.
A questo impegno primario (oltre gli studi), si sono alternati e compenetrati gli interessi per la fotografia e l’arte pittorica di artisti contemporanei, come appassionato cultore indirizzato da un amico e collega universitario.
Oggi, in età matura, mi ritrovo spesso a riflettere sul mio ruolo e sul significato profondo, etico e morale, ancor prima che materiale, del “costruire” che per me assume un’accezione di concreta responsabilità all’interno della costruzione del mondo, o meglio del costruito all’interno del nostro pianeta, in una sfida continua che ancora oggi è motore delle mie azioni.
